Giochi, le perplessità di Codacons su riapertura sale
Il Codacons esprime i propri timori sulla riapertura delle sale slot, sale giochi, sale bingo e sale scommesse disposta dal DPCM dell’11 giugno 2020. E lo fa attraverso una diffida indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, alle Regioni e ai componenti dell’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza Grave nominati dal CNCU.
L’associazione ha infatti più volte manifestato la propria preoccupazione sul fatto che, a seguito del lockdown nazionale, un riavvio del gioco d’azzardo prematuro e privo di idonee cautele potrebbe incentivare la patologia ad esso legata. Secondo il Codacons, considerato il lockdown del Paese, la riapertura delle sale da gioco è assai sconsigliabile alla luce del concreto rischio che i cittadini che hanno risentito economicamente della quarantena vi si accalchino per giocare d’azzardo, allettati da fantomatiche prospettive di guadagno e al fine di tentare di risanare le perdite subite durante l’emergenza pandemica.
Di conseguenza, laddove ne viene disposto il riavvio, esso non può essere privo di precipue cautele da applicare alle sale da gioco, ulteriori rispetto a quelle previste per gli altri esercizi commerciali. Prima fra tutte deve essere il divieto di apertura delle sale prive di finestre e quindi di luce e aria naturali. Consentire infatti oggi, dopo neanche un mese dal lockdown, la pratica del gioco d’azzardo anche nelle sale prive di luce naturale, agevolerebbe il rischio di compulsione al gioco ove i giocatori, già vulnerabili per la quarantena, rischierebbero di non rendersi conto del trascorrere del tempo.
Inoltre il DPCM dell’11 giugno 2020 contiene una disposizione che presenterebbe dei profili di violazione di legge laddove sembrerebbe consentire l’ingresso dei minori all’interno delle predette sale che, come noto, è vietato tra gli altri dall’art. 7 comma 8 del Decreto Balduzzi.
Si legge infatti nella scheda tecnica relativa alle sale da gioco di cui all’allegato 9 del decreto: “In caso di presenza di minori che necessitano di accompagnamento consentire l’accesso a un solo accompagnatore per bambino. Se possibile organizzare percorsi separati per l’entrata e per l’uscita”.
Il CODACONS ne ha dunque chiesto al Presidente Conte di annullarla in autotutela nonché di diramare una direttiva alle Regioni per non darne attuazione.