Comuni italiani: contro il gioco tutto è permesso
Senza dubbio… la “quadratura del cerchio”, come si dice, è ben lontana dalle volontà di chi governa il mondo del gioco d’azzardo. Manca, ormai, pochissimo alla scadenza del 30 aprile “comandata” dalla Legge di Stabilità 2016 per trovare l’accordo tra Governo ed Enti Locali relativamente alla regolamentazione del gioco e, l’unica cosa di cui si sente parlare… è il probabile slittamento della data. Oltre a questa “voce di corridoio” nulla di tangibile e produttivo: solo la nascita di nuovi provvedimenti sul gioco e sui casino online studiati ed applicati recentemente da vari Comuni. Il gioco lecito non ha pace così come i suoi operatori, gestori e concessionari.
Questo ventilato rinvio, anche se di pochi giorni, non lascia presagire nulla di buono e, chi scrive, ritiene che questo spostamento stia a significare che gli incontri pre Conferenza Unificata non abbiano ottenuto buoni risultati e, di conseguenza, che l’accordo sia ancora ben lontano, così come lontani sono i punti di vista dei vari attori che fanno parte di questo “evento”. Gli operatori sono irrequieti e preoccupati e vedono avvicinarsi la possibilità di una restrizione ulteriore sulla possibilità di installare apparecchi da intrattenimento e vedono allontanarsi la concreta speranza di una formulazione di regole sostenibili per tutti i segmenti del gioco.
Il perdurare dei nuovi provvedimenti, presi da alcuni Comuni in applicazione del sempre vivo “no slot”, non fanno altro che confermare queste paure e queste tensioni e non fanno altro che confermare la situazione attuale di stand by e, certamente i nuovi provvedimenti comunali o regionali, non hanno lo scopo di tranquillizzare il settore. L’ultimo esempio viene dalla Lombardia che, inutile sottolinearlo, è sempre in testa al gruppo quando si parla di “regolamentare” il gioco e che ha sottoscritto nel mese di marzo, insieme a tante altre Regioni aggregate all’idea, il “suo personale” manifesto contro il Gap.
Il nuovo e più recente provvedimento investe Spino d’Adda, in provincia di Cremona: la giunta comunale ha deliberato che in applicazione del distanziometro di 500 metri previsto dalla legge lombarda sul gioco d’azzardo patologico, individua i famigerati “luoghi sensibili” per la nuova collocazione di apparecchiature da intrattenimento. L’elenco è assai vasto e comprende i soliti istituti scolastici pubblici e privati di ogni ordine, chiese, oratori e cimiteri, parchi pubblici, cinema, impianti sportivi e strutture residenziali o semi residenziali operanti in ambito sanitario e socio sanitario, le strutture per categorie protette, ospedali e sedi di servizi sanitari.
Insomma, i luoghi sensibili si “allargano” sempre di più ed, obbiettivamente, chi deve installare le slot ed anche casino italiani legali ha una grave problematica di “dove metterle” per poter anche guadagnare. Ci si deve ricordare, infatti, che chi investe nel mondo del gioco lo fa rischiando i propri quattrini e perché crede in questo affare che sembra, però, sempre più difficile ed oneroso oltre che… con poco futuro. Ecco perché le speranze nella Conferenza Unificata si moltiplicano, così come le “preghiere” degli operatori del settore che non aspettano altro che di essere certamente “ristrutturati”, ma anche “aiutati” ad espletare la propria attività ludica. Il settore ha anche accettato meno punti gioco, meno macchinette, meno incassi, più tasse: si può ancora chiedere qualcosa di più a questi operatori? Forse no!